di Vera Martinella

La possibilità di adattare il dosaggio rende il trattamento adatto anche alle persone più fragili e consente di limitare i ricoveri.

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Prima o dopo l’intervento chirurgico, da sola oppure insieme ai farmaci, per guarire definitivamente il paziente o «soltanto» per alleviare i sintomi della malattia, soprattutto in presenza delle tanto dolorose metastasi ossee. Con scopi e molti macchinari differenti, la radioterapia viene prescritta a oltre la metà delle persone che si trovano ad affrontare una diagnosi di cancro. Molte ancora la temono per la sua tossicità, ma la ricerca scientifica ha fatto molti passi avanti anche in questo settore e le radiazioni oggi sono sempre più efficaci e «su misura» per il singolo malato. È superata anche l’idea, altrettanto diffusa, che si tratti di una strategia soltanto palliativa, che non può eradicare del tutto il tumore. Lo dimostrano i dati di un’indagine ufficiale dell’Associazione italiana di radioterapia e oncologia clinica (Airo), che ha censito il lavoro svolto in 104 centri italiani durante il 2020 per alcuni tipi di cancro come quelli di testa e collo, prostata, cervice uterina e polmone: una corretta dose di radiazioni è sufficiente a eliminare completamente la neoplasia.

Trattamento personalizzato

«La moderna radioterapia può essere definita come una “chirurgia virtuale”, un trattamento localizzato nel quale la precisione è determinante — sottolinea Vittorio Donato, da poco past president di Airo e direttore della Divisione di Radioterapia al San Camillo-Forlanini di Roma —. A seconda del volume che viene trattato e della dose che viene somministrata si ottiene un’efficacia diversa. Ogni paziente, ogni tipo di tumore riceve un trattamento personalizzato: più il volume trattato è circoscritto, più è possibile alzare la dose e renderla maggiormente efficace. Innovazione oggi significa identificare nel modo più preciso possibile il bersaglio e ridurre la dose a livello degli organi sani circostanti».

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